I successi economici dell’azienda sono noti ai più, ma non tutti sanno che, andando al di là delle logiche del mero profitto, Olivetti credette fermamente nell’idea del lavoro come cura della persona, le cui finalità non sono solo materiali, ma anche morali.
Riuscì infatti nell’ardua impresa di attuare una sintesi tra i sistemi organizzativi di stampo tayloritsta, fondati e finalizzati al raggiungimento dell’efficienza produttiva, e l’attenzione verso le condizioni dei lavoratori, sia dentro che fuori l’impresa.
Olivetti infatti, circondato da intellettuali, psicologi, architetti e urbanisti, non fu solamente un grande imprenditore, ma pure un visionario: credeva fortemente nella necessità di impegnarsi in prima linea nei confronti della comunità territoriale e che, per far ciò, fosse necessario partire dalla base, ossia dalla creazione di servizi sociali aziendali per i dipendenti delle sue fabbriche.
All’interno dei suoi stabilimenti incoraggiò il percorso di formazione dei suoi dipendenti e delle famiglie, sia dal punto di vista umano che professionale. Oltre alla presenza di asili nido, scuole materne, scuole professionali, colonie e campeggi per i figli dei dipendenti, vennero istituiti servizi di accompagnamento al pensionamento, consultori e ambulatori medici.